Lo zucchero fa venire il cancro? E i malati di tumore devono assolutamente evitarlo?

A essere pericolosi sono in chili di troppo che aumentano il pericolo di ammalarsi di cancro e diminuiscono l’efficacia delle cure. Molto rischiosa per i pazienti è anche la malnutrizione

A volte ritornano. E il «tormentone» che riguarda cancro e zuccheri torna a galla spesso. Con alcune informazioni corrette (sì, il rischio di sviluppare tumori effettivamente cresce con un consumo eccessivo di zuccheri) e altre pericolosamente sbagliate (no, i pazienti oncologici non devono mettersi a dieta ferrea, seguire improbabili digiuni per «affamare le cellule cancerose» o eliminare ogni traccia di dolce dalla loro alimentazione). A richiamare l’attenzione sul tema con una certa frequenza c’è la pubblicazione di qualche nuova ricerca, perché gli studi scientifici che indagano i legami tra alimentazione e cancro sono davvero tanti. «Fino a oggi, però, non esistono prove che eliminare gli zuccheri riesca a rallentare l’evoluzione di un tumore o addirittura a farlo regredire — chiarisce Riccardo Caccialanza, direttore dell’Unità di Dietetica e nutrizione clinica alla Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia —. Molte notizie riguardano dati raccolti sui topi di laboratorio e numerose ricerche non sono arrivate a conclusioni definitive. Invece c’è una cosa che sappiamo per certo: molti malati di cancro dimagriscono troppo e questo provoca loro tante difficoltà».

 

Dolci e dolcificanti

Ma lo zucchero fa venire il cancro? Sebbene la ricerca abbia chiaramente dimostrato che le cellule cancerose consumano più zuccheri (glucosio) di quelle «sane», nessuno studio ha finora documentato che i cibi dolci possano far peggiorare un tumore o che, se si smette di mangiarli, la lesione diventerà più piccola. «Da pochi giorni l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc di Lione) ha classificato l’aspartame come possibile cancerogeno per l’uomo (cioè nel gruppo 2B) dopo anni di studi senza conclusioni definitive — ricorda Roberto Bordonaro, direttore dell’Unità operativa di Oncologia medica all’Ospedale Garibaldi di Catania —, ma il discorso su zuccheri, dolcificanti e cancro è più ampio. Bisogna tener presente che una dieta ad alto contenuto di zuccheri (è importante fare attenzione alle bibite zuccherate, sempre più diffuse) può contribuire a far ingrassare e i chili di troppo sono un fattore di rischio per diversi tipi di cancro. Quello che sappiamo è che gli additivi chimici in generale non sono salutari e non sono una soluzione vera per tenere il peso sotto controllo».

Pericolo chili di troppo

La scienza ha ormai chiaramente appurato che chi è obeso rischia di sviluppare forme più aggressive e difficili da curare, così come ha maggiori probabilità di avere una recidiva di un precedente tumore o andare incontro a complicanze durante le cure. Nel paziente obeso il trattamento rischia di essere ridotto o eccessivo a causa della differente distribuzione del farmaco che si verifica nel grasso corporeo. «Per limitare le probabilità di sviluppare una neoplasia (così come di diabete, malattie cardiovascolari e molte altre patologie gravi) è strategico piuttosto tenere lontano sovrappeso e obesità, sedentarietà, seguire un’alimentazione equilibrata, adeguata nel contenuto calorico e con una quantità di zuccheri non eccessiva — aggiunge Bordonaro —. A far lievitare il pericolo di ammalarsi di un tumore, in particolare, è il tipo di distribuzione corporea del grasso oltre alla sua quantità assoluta: il grasso viscerale e addominale, situato in profondità intorno agli organi centrali del corpo (come per esempio intestino, cuore, fegato), e quindi non palpabile, è ben più pericoloso del grasso sottocutaneo che si accumula in superficie, tra pelle e muscoli».

Sos perdita di peso nei malati

Sul fronte opposto, l’ago della bilancia che scende è un nemico insidioso di moltissime persone in cura per una neoplasia. Le statistiche indicano chiaramente che circa il 30% dei pazienti oncologici soffre di uno stato di malnutrizione, o è a rischio di esserlo, già al momento della diagnosi. E con il passare del tempo e il susseguirsi delle terapie, la nutrizione insufficiente diventa un problema molto comune, tanto da interessare fino al 60-80% dei malati. Soprattutto quando si arriva nelle fasi avanzate della neoplasia o se si soffre di alcuni tipi di tumori come quelli di pancreas, esofago, stomaco, testa-collo. «L’eccessiva perdita di peso (che andrebbe valutata come parametro vitale fin dalla diagnosi di tumore) può dipendere da diversi fattori — spiega Caccialanza —. Comporta più probabilità di complicanze chirurgiche, una minore efficacia delle terapie, una loro maggiore tossicità e peggiora la qualità di vita dei pazienti, richiedendo spesso ulteriori ospedalizzazioni». Infiammazioni al cavo orale, disturbi digestivi e intestinali, nausea, vomito, perdita dell’appetito sono solo alcuni degli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure anticancro, che possono peggiorare significativamente la vita dei pazienti (anche di chi guarisce) e saper scegliere i cibi più indicati può essere un sostegno cruciale. «Le soluzioni a disposizione dei medici (a partire dagli alimenti a fini medici speciali) sono molteplici e anche pazienti e familiari possono fare la loro parte non sottovalutando il problema — conclude l’esperto —. L’intercettazione precoce di problematiche nutrizionali è essenziale per impostare un supporto appropriato ed efficace».

 

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