A cura de Il Pensiero Scientifico Editore
L’integrazione delle terapie di supporto e delle cure palliative nel continuum della cura è essenziale per il paziente oncologico: è uno dei messaggi-chiave dall’ASCO 2011, in corso a Chicago.
Sorprendentemente, negli Stati Uniti le terapie di supporto e palliative non fanno ancora parte a pieno titolo della terapia oncologica. Innanzitutto, perché palliazione e supporto continuano ad esser identificate, a torto, con la fine vita. Poi, perché gli oncologi ritengono di solito che non si ha bisogno di un loro progresso. Infine, per un deficit di conoscenze e di comunicazione tra i terapeuti. Tutto ciò si traduce in un dato sconfortante: una percentuale tra il 70 ed il 90% dei 500mila pazienti americani all’anno con tumori in stato avanzato soffre più di quanto dovrebbe. Per di più, queste statistiche permangono immutate da vent’anni a questa parte, nonostante i dati provino che quelle sofferenze potrebbero essere alleviate se gli oncologi ricevessero un training adeguato sulle terapie di supporto disponibili. In altri termini, un di più di sofferenza si deve alla mancata traduzione delle conoscenze sulla palliazione nella pratica clinica.
La questione è sempre più rilevante in una fase in cui la malattia oncologica tende a venir cronicizzata, anche grazie alle nuove terapie. I pazienti hanno oggi una più lunga aspettativa di vita, ma devono convivere con la malattia ed i sintomi degli effetti secondari impattano profondamente sulla qualità della loro vita. Come un documento dell’OMS ricordava già nel 2007, “molti aspetti delle terapie di supporto e palliative sono anche applicabili prima, durante il corso della malattia, insieme alle cure antitumorali”.
Eppure, nella prassi quotidiana di ogni oncologo la necessità di un’integrazione è costante: come non prescrivere del cisplatino senza prevedere contemporaneamente un antiemetico? Ciò nonostante – osserva Jamie H.Von Roenn, della Northwestern University – in molte presentazioni su nuove terapie non è inclusa una discussione delle cure di supporto necessarie per il paziente che vi viene sottoposto.
Fonte: American Society of Clinical Oncology Congress, Chicago 2011.